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LA SPIRITUALITA’ CRISTOCENTRICA

La novità della fede cristiana, rispetto ad ogni altro credo religioso, gravita attorno alla figura centrale di Gesù Cristo, dalla quale non si può assolutamente prescindere.

Il Cristianesimo non è soltanto, come le altre religioni, la dottrina, l’osservanza della legge di un Dio morto, ma è l’amore per Qualcuno, che era morto ed è risorto ed è vivo per sempre (Ap 21, 1 ss): Gesù Cristo. Egli è l’unico Mediatore e Sacerdote tra noi e il Padre; l’unico Maestro; il primogenito tra molti fratelli; l’Uomo nuovo, per il quale vale la pena di vivere. Ogni spiritualità cristiana non può non essere cristocentrica. Essa è unione alla persona di Cristo, che è il centro dell’esistenza umana, il modello di tutta la vita. Essa esige una graduale, laboriosa e perseverante volontà di passare da una vita cristiana di mediocrità a uno stato di vera e reale vita battesimale, che implica un grande impegno apostolico e si realizza grazie ai sacramenti vissuti come un incontro interpersonale con Gesù Cristo: l’Eucaristia è il Sacramento per eccellenza dell’incontro e dell’unione con Gesù.

Sant’Ignazio di Loyola considera Cristo nella sua umanità, come un compagno di viaggio nel cammino verso il Padre, essere centrato su Cristo come Qualcuno che cammina con lui. Scegliere Gesù è sceglierne il cammino. Una spiritualità non è soltanto un modo di dire Dio, il mondo e se stesso. Essa è un progetto di vita.

La spiritualità Cristocentrica è soprattutto una vita di comunione con la SS. Trinità, perché l’unione a Cristo è una unione al Padre nello Spirito Santo. Lo dice Gesù stesso: “Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me conoscerete anche il Padre. Fin da ora lo conoscete e lo avete veduto. Gli disse Filippo: “Signore mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre… Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (Gv 14, 5-10). “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 27,30; 14, 23). Il nostro essere figli del Padre Celeste è essere nel Figlio unico, Gesù Cristo, grazie alla comunione dello Spirito Santo: una vita autentica in Cristo conduce a una vita di unione e di comunione con il Padre nello Spirito Santo e, di conseguenza, unione con i fratelli nella Chiesa, corpo mistico di Cristo.

Anche la lettera ai Filippesi (2,6-11) è un grande inno a Cristo, una cristologia in cui si dice che Gesù era uguale a Dio ma spogliò se stesso, si fece uomo, si umiliò fino alla morte sulla croce e che a Lui spetta l’omaggio del creato, l’adorazione, che nel profeta Isaia (45,23) Dio aveva proclamata come dovuta a Lui solo.

Ecco perché la prima essenziale caratteristica della spiritualità dell’Apostolato è fare della persona di Gesù il centro, il punto focale della nostra vita. Esso ha come           scopo la conformazione del discepolo a Cristo, suo Signore, attraverso la conoscenza  sempre più profonda di Lui, per cui i nostri incontri di formazione avranno un’impronta assolutamente Cristocentrica. L’Apostolato della Preghiera ci aiuta a guardare il mondo con gli occhi di Dio, a vedere negli altri persone da ricondurre al Cuore di Cristo. L’unione a Gesù diventa quindi testimonianza e missione nel mondo.

Ma se vogliamo inoltraraci nella conoscenza della sua Persona e del suo Mistero, dobbiamo penetrare fino al suo Cuore; nel quale è concentrato tutto l’amore col quale Dio salva l’umanità; la sorgente dell’amore, che lo Spirito Santo diffonde nella chiesa. Quella che tradizionalmente viene detta devozione al Cuore di Cristo e che l’AdP ripropone non si deve confondere con le cosiddette devozioni o pratiche religiose con le quali  onoriamo il suo Cuore. Si tratta piuttosto di una Spiritualità del Sacro Cuore, che consiste nel guardare tutta la rivelazione dal punto di vista dell’amore di Dio e quindi del cuore di Cristo, di cui è la manifestazione e il simbolo; nel considerare Cristo il centro ispiratore di ogni opera apostolica; nel diventare una risposta, una testimonianza vivente del suo amore.

Questa risposta o testimonianza d’amore corrisponde ad un orientamento nuovo, frutto di una scelta ben maturata, che coinvolge tutta la nostra vita e consiste in tre impegni essenziali:

a)   Conoscere Cristo: lettura e meditazione assidua delle S. Scritture e soprattutto del Vangelo.

b)   Unirci a Lui: frequenza dei sacramenti, soprattutto della confessione, della Messa e Comunione e preghiera assidua.

c)      Seguirlo, imitarlo: fare propri i suoi atteggiamenti interiori.

 

Stupende le parole di S. Paolo ai fedeli di Colossi: “Rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza” (3, 12-13) e ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Gesù Cristo” (2,1-8).

In questi impegni si realizza la gloria di Dio, la nostra felicità, tutta la vita cristiana.