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Quando le porte sono state finalmente spalancate e la trepidante attesa dei fedeli ha ceduto il passo alla curiosità e al desiderio di varcarne la soglia per la prima volta, una luce accecante ha permeato ogni angolo, anche il più nascosto, della nuova Casa di Dio a Ponte di Nona.
È sembrato che il sole sfidasse le leggi dell’astronomia per stare fermo lì, a lungo, per invadere con il suo calore persone e cose, e poi abdicare all’unica e autentica fonte di luce, quella di Cristo, al cui Crocifisso posto alle spalle dell’altare si è immediatamente calamitato lo sguardo di tutti.

 

Vita breve ha avuto il brusio di fronte alla meraviglia ed allo stupore della gente. Sorrisi e lacrime, questa volta a braccetto in una piacevole contraddizione, si sono alternati nella constatazione di un autentico miracolo di volontà, costanza e dedizione. Non v’è pietra, non v’è muro, non v’è granello di polvere, che non possa raccontare con orgoglio il proprio destino, che va ad incrociarsi con quello di chi ha contribuito in forme e modi diversi ad un sogno, poi ad una timida idea ed infine alla concretizzazione di una tangibile realtà.

 

Perché la Chiesa di Santa Teresa di Calcutta – e, di riflesso, la Sua Dedicazione avvenuta sabato 10 dicembre 2016 – non rappresenta soltanto il coronamento di una futuristica “visione edilizia” realizzativa, resa possibile grazie alle eccellenti qualità umane e professionali di maestranze davvero uniche, ma, in senso lato, si coniuga come il riscatto di una intera comunità.
Emblematiche, in tal senso, sono state le parole del Cardinale Agostino Vallini, quando ha confidato di aver fatto precedere l’aspetto “religioso-istituzionale” con un breve giro del comprensorio abitativo. Di conseguenza è stato facile ed intuitivo per l’alto prelato verificare come la nuova chiesa si stagli proprio nel cuore del quartiere e, in quanto tale, si autoabiliti a punto di riferimento e di aggregazione per tutti.
Per chi vi ha celebrato l’ultima Messa venerdì 9 dicembre 2016 e per tutti coloro che si sono succeduti ed alternati nel prestare spontanea collaborazione alla Parrocchia sin dal momento della sua istituzione, ormai più di 11 anni fa, non deve essere stato emotivamente facile ricevere l’ultima benedizione e partecipare all’ultimo canto, prima che il “mitico” prefabbricato” chiudesse i battenti. Ognuno ha lasciato tra quelle quattro mura un pezzo del proprio cuore, della propria vita, della propria storia personale.
Facendo memoria del passato e con l’orientamento rivolto al domani, si potrebbe quasi sostenere di essere passati dalla “Chiesa del Nascondimento”, solo per ragioni di carattere logistico e di ubicazione, ma non di fermento religioso, alla “Chiesa della Testimonianza”, ove a tutti viene richiesto un salto di qualità proprio in funzione della centralità che la chiesa di Santa Teresa di Calcutta ha assunto e di tutte le iniziative che in essa e grazie ad essa potranno avere pieno compimento per il benessere di tutta la comunità pontenonina.
A chi, per scelta personale o per vocazione, già appartiene alla famiglia dei Figli di Dio, è affidata l’ardua, ma allo stesso tempo, gratificante missione di rendergli gloria testimoniandolo in maniera sempre più coinvolgente e senza compromessi attraverso la quotidianità dell’esistenza: un po’ come le dodici colonne che sorreggono il soffitto della chiesa, solide nella loro elasticità, elastiche nella loro solidità.
E quale migliore fonte ispiratrice nei comportamenti, se non quello di Santa Teresa di Calcutta, mai appariscente, per scelta ultima tra gli ultimi, ma sempre concreta ed efficace perché “centrata” su Cristo e sulla preghiera? La nuova chiesa vive proprio attraverso una brillante riproposizione architettonica della sua tipica postura sempre china perché curva senza indugio verso il prossimo bisognoso.
Nella chiesa domina il bianco e l’essenziale la fa ancora da padrone, esemplificazione di una comunità che deve sempre sentirsi in cammino e mai considerarsi arrivata nel segno e nel solco della fede vissuta. Non si respira aria di modernismo e di modernità, ma consente ai fedeli di vivere un raccoglimento semplice e meditato.
“Se la chiesa è bella, ciò è possibile perché – come ha detto Don Fabio nella parte conclusiva del suo intervento di saluto – sono belle persone che la frequentano”.
Una bellezza che si esprime plasticamente attraverso il Fonte Battesimale ed il Tabernacolo posti sulla stessa direttrice, sintesi perfetta di Battesimo, Eucarestia e Resurrezione.
Il pellegrinaggio della vita. Terrena ed eterna.

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PARLANO DI NOI

http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/12/10/news/giubileo_consacrata_a_ponte_di_nona_la_chiesa_di_santa_teresa_di_calcutta-153833158/

http://torri.romatoday.it/ponte-di-nona/chiesa-consacrata-santa-teresa-di-calcutta.html

http://agensir.it/quotidiano/2016/12/9/diocesi-roma-sabato-10-dicembre-dedicazione-della-chiesa-parrocchiale-di-santa-teresa-di-calcutta-a-nuova-ponte-di-nona/

http://www.tiburno.tv/roma-est/item/15804-ponte-di-nona-bagno-di-folla-all-inaugurazione-della-nuova-chiesa-di-santa-teresa-di-calcutta

http://www.municipioroma.it/ponte-di-nona-grande-folla-di-fedeli-alla-consacrazione-della-chiesa-santa-teresa-di-calcutta/

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/roma_tor_di_nona_periferia_inaugura_vallini_chiesa_madre_teresa_vicariato_8_per_mille_edilizia-2127242.html

http://www.romasette.it/santa-teresa-di-calcutta-nuova-chiesa-a-ponte-di-nona/