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Domenica 30 novembre alle 10 la Messa nella parrocchia Beata Teresa di Calcutta con il vescovo Marciante. Il parroco don Fabio Corona: grave nel quartiere il problema usura. Il nuovo efidicio atteso per il 20016

Domenica 30 novembre verrà posata la prima pietra del nuovo edificio di culto della parrocchia Beata Teresa di Calcutta, nel quartiere Nuova Ponte di Nona, periferia est di Roma. Alle 10 il vescovo ausiliare per il settore Est, Giuseppe Marciante, presiederà la Messa nel prefabbricato di via Guido Fiorini 12, dove opera attualmente la parrocchia. A seguire, la processione e la benedizione dell’area di edificazione e della pietra. «Speriamo che, come da programma, nel 2016 la nuova chiesa sia pronta», spiega don Fabio Corona, alla guida della comunità fin dalla sua fondazione, dal 25 settembre 2005. «Il progetto – aggiunge – prevede un nuovo edificio di culto, aule di catechismo e un piccolo teatro».

Pur nella precarietà la parrocchia si è data da fare. «Abbiamo solo 200 posti a sedere ma abbiamo cercato di fare tutto il possibile. Abbiamo un gruppo di catechesi per adulti e uno di Apostolato della Preghiera con una cinquantina di adesioni. Si tratta di un percorso di fede coi padri gesuiti che segue la spiritualità del Sacro Cuore con un’adorazione eucaristica al mese, oltre alla partecipazione alle attività della Chiesa del Gesù». Nella parrocchia più “fertile” d’Europa, il fonte battesimale non riposa praticamente mai. «Celebriamo cento battesimi all’anno. Abbiamo un record di natalità. Non abbiamo ancora la fascia degli under 18, ma soprattutto bambini fino ai 3 anni, perché le famiglie sono giovani. Abbiamo 17 gruppi di catechesi per ragazzi e circa 350 bambini nei corsi di catechismo per prima comunione e cresima».

Nuova Ponte di Nona è un quartiere di 17mila abitanti edificato da poco. Ci vivono in prevalenza coppie giovani, attirate dai prezzi degli appartamenti. I due corsi prematrimoniali annuali sono frequentati da 60 coppie. Nei quartieri confinanti, Tor Sapienza e Ponte di Nona, ci sono parecchie case popolari. «Chi abita qui invece è proprietario della sua casa, e non ci sono particolari sacche sociali di disagio – dice don Corona, noto per aver celebrato la Messa nel cinema del centro commerciale Roma Est -. C’è però l’usura, fenomeno che colpisce i giovani che hanno un mutuo sulle spalle, magari a tasso variabile, e non riescono più a pagarlo». Per loro e per altri casi di disagio c’è lo sportello Caritas. «Lo sportello – spiega Marcella Pisani, casalinga che vive in questo quartiere da 12 anni ed è responsabile dell’iniziativa – è aperto il martedì dalle 18 alle 19. Il primo martedì del mese distribuiamo viveri e buoni pasto. Andiamo a pagare le bollette per conto delle famiglie oppure le aiutiamo con donazioni di cibo. Mi occupo prevalentemente di chi vive con uno stipendio e ha 4 figli. I casi di usura vengono dirottati a uffici più competenti oppure a un legale». Molto attiva la collaborazione con il centro commerciale Roma Est. «Da quando ha chiuso il Banco alimentare – spiega il parroco – abbiamo aiutato la “Casa Serena” di largo Preneste, gestita dai padri e dalle suore di Madre Teresa. Qui vivono 80 ospiti tra malati di Aids, terminali e senza fissa dimora. Il centro commerciale mensilmente ci permette di raccogliere viveri e materiali di uso domestico». La parrocchia manda infine i suoi volontari a svolgere servizio presso la casa famiglia del Comune di Roma, aperta due anni fa: un’esperienza pilota di collaborazione che si prende cura di 90 nuclei familiari.